L'abbandono delle zone di montagna da parte degli abitanti (in particolare allevatori) e di conseguenza la mancanza di manutenzione dei boschi e dei prati ha provocato l'arrivo della boscaglia:le stalle, gli alpeggi, i pascoli, i fienili, le praterie, addirittura le strade e i sentieri, tutto è andato distrutto. L'acqua, per esempio, non trova + ostacoli, le scarpate diventano colate di fango, i canali di deflusso saltano. Paolo Rumiz su "Repubblica" di ieri (20 settembre) racconta dell'aumento della superficie boschiva soprattutto in Italia. Se vogliamo salvarci dal degrado e dall'aumento sempre maggiore della foresta selvaggia dobbiamo riportare in montagna i pastori.
La Liguria frana e brucia perché la giungla ha invaso i terrazzamenti secolari costruiti dall'uomo. La montagna se abitata e perciò ben tenuta è ricchezza. L'inselvatichimento provoca incendi e la sempre maggiore diffusione di lupi e cinghiali.
L'avanzata della foresta è una pestilenza ancora + grave della cementificazione.
La mostra comunale,per esempio, della mucca cabannina di Rezzoaglio,quest'anno a causa della crisi non è stata neppure organizzata. Il latte viene pagato troppo poco, le stalle chiudono e gli allevatori giovani sfiduciati si arrendono e se ne vanno. Come s'è detto sopra con lo spopolamento viene a mancare l'intervento protettivo dell'uomo sul territorio.
lunedì 21 settembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento